martedì 30 maggio 2017

Lo yacht a vela più grande del mondo!



"Lo yacht privato e a vela più grande del mondo è quasi pronto per il varo ufficiale e per essere consegnato al suo proprietario, il miliardario russo Andrey Melnichenko, n° 89 nella classifica mondiale dei super ricchi. I numeri che lo descrivono sono davvero impressionanti.

TUTTI I RECORD DI A. La nave si chiama semplicemente A (o Sailing Yacht A) ed è lunga 142,8 metri per oltre 12.600 tonnellate di stazza, ha un albero maestro di 90 metri e la parte emersa è alta come un palazzo di 8 piani.

È stata progettata da Philippe Stark ed è costata 425 milioni di euro. Ospita al suo interno una grande piscina e un osservatorio subacqueo mentre uno dei ponti è attrezzato per l’atterraggio degli elicotteri.

ECOLOGICA E HI TECH. Potrà solcare i mari a vela ma anche a motore: il vascello è equipaggiato con due motori diesel da 3600 kW e due motori elettrici da 4300 kW.

Ogni funzione della barca può essere controllata da un unico schermo touch mentre vetri a prova di bomba e 40 telecamere a circuito chiuso ne garantiscono la sicurezza.

Lo yacht, che è stato costruito nei cantieri di Nobiskrug, in Germania, si trova al momento a Gibilterra per gli ultimi ritocchi e l’arredamento degli interni.

Le sue vele sono state tessute negli Stati Uniti e hanno una superficie superiore a quella di un campo di calcio!"

(articolo tratto interamente da Focus.it)

lunedì 15 maggio 2017

Effetto placebo: funziona anche se lo sai!



"È il cosiddetto effetto placebo: secondo un nuovo studio, il beneficio ci può essere anche quando il paziente è consapevole che il "farmaco" è solo uno zuccherino.


Che una pillola, anche se finta, faccia effetto quanto e a volte anche più di una vera è risaputo. Tanto che l’efficacia di un farmaco negli studi clinici viene spesso misurata rispetto a quella del cosiddetto placebo, ossia semplice zucchero. Quello che viene di solito dato per scontato è che per farla funzionare bisogna che chi prende la pasticca fasulla sia convinto che sia vera.

Invece, pare che non sia così. Anche se il paziente è consapevole di assumere solo qualche granello di zucchero o di acqua, può darsi che ne tragga comunque beneficio, e che i suoi sintomi siano alleviati.

SENZA TRUCCO, SENZA INGANNO. Lo dimostra una analisi - una revisione sistematica, come viene chiamata nel gergo degli studi clinici - che ha preso in considerazione le poche ricerche pubblicate sull’effetto placebo in cui, a differenza dei casi classici, al paziente era noto che gli veniva somministrato un trattamento finto.

Curiosità: il volto umano della medicina, ovvero prima e dopo un turno di 24 ore in pronto soccorso. | RAMÓN L. PÉREZ
Anche senza inganno, rispetto al non far niente la pasticca di zucchero ha portato comunque miglioramenti a pazienti che soffrivano di mal di schiena, depressione, rinite allergica, sindrome del colon irritabile e disturbo da deficit di attenzione e iperattività. In uno studio recente, 80 pazienti con una forma grave di sindrome del colon irritabile hanno avuto un miglioramento dei sintomi del 15 per cento (rispetto a chi non ha preso niente) assumendo "senza inganno" un farmaco finto. Una volta smesso il placebo, la situazione è tornata a peggiorare.

IL POTERE DELLA SUGGESTIONE. Si tratta ancora di pochi studi, anche perché queste ricerche, proprio per la forma del problema da indagare, non possono essere condotte con il metodo considerato più attendibile, cioè in doppio cieco, ossia senza che sperimentatori e volontari sappiano chi sta assumendo che cosa. L’efficacia del placebo senza inganno non è però un risultato del tutto sorprendente per la medicina.

Storia: gli anni bui della medicina raccontati dagli "strumenti" del passato, come questo congegno antimasturbazione. | SCIENCE MUSEUM
Innanzitutto, anche se è stato esplicitato che si trattava solo di un placebo, la pillola finta è stata spesso accompagnata in questi studi da parole di incoraggiamento del tipo “non contiene nessun principio attivo, ma a volte abbiamo osservato comunque dei miglioramenti”. E che le aspettative generate dalla suggestione possano indurre davvero cambiamenti fisiologici, come la produzione di endorfine antidolorifiche da parte del sistema nervoso, è un fatto dimostrato.

Un altro meccanismo all’opera potrebbe essere il condizionamento: la maggior parte di noi si aspetta un qualche beneficio quando prende una medicina, come i cani studiati dal famoso fisiologo russo Ivan Pavlov che, abituati a ricevere il cibo dopo il suono di un campanello, poi iniziavano a salivare anche solo in risposta al suono. Può darsi che il corpo reagisca nello stesso modo, per il semplice fatto di buttare giù una pillola, anche se non contiene niente.

MEDICI CHE INCORAGGIANO. Lo studio non dimostra certo che si possa fare a meno dei farmaci. Come scrive in un articolo di commento l’autore, Jeremy Howick, un ricercatore dell’università di Oxford, dà però indicazioni su come sfruttare l’effetto placebo anche senza spacciare per vere pasticche finte. Per il ricercatore, «i medici che danno messaggi positivi e si prendono il tempo per comunicare in modo empatico con i loro pazienti possono produrre effetti benefici, che prescrivano un farmaco oppure no»."



(articolo tratto interamente da Focus.it)

lunedì 8 maggio 2017

Dire parolacce rende più forti: ora abbiamo le prove!


"Snocciolare parolacce durante compiti fisicamente impegnativi migliora le prestazioni, perché aumenta la forza fisica. Ne avevamo il sospetto, ora i dati lo confermano.

Non sarà la scoperta dell'ultima ora, ma finalmente possiamo esclamarlo dati alla mano: dire parolacce nei momenti di grande fatica ci rende fisicamente più forti.

Lo confermano alcuni esperimenti di uno scienziato britannico amante del turpiloquio (in termini di ricerca scientifica). Richard Stephens, psicologo dell'Università di Keele (Regno Unito) aveva già dimostrato come le imprecazioni migliorino la sopportazione del dolore.

LAVORI DI FATICA. Questa volta Stephens ha chiesto a una serie di persone di dire parolacce o pronunciare una parola "neutra" mentre pedalavano brevemente su una cyclette o afferravano un oggetto con la mano. Per la pedalata di 30 secondi sono stati ingaggiati 29 volontari dell'età media di 21 anni, mentre per l'handgrip test - un semplice compito di presa con la mano e di stretta di 10 secondi - sono stati coinvolti 52 diciannovenni.

QUANDO CI VUOLE... A tutti è stato chiesto di ripetere in continuazione o l'imprecazione che avrebbero pronunciato dopo una testata, o una parola usata per descrivere un tavolo (come "marrone"). Durante la pedalata, chi diceva parolacce ha espresso una potenza massima di 24 watt maggiore, in media, rispetto agli altri. Nel compito di presa, il turpiloquio ha garantito un aumento di forza di 2,1 kg circa.

MISTERO. Il perché accada, non è ancora chiaro. Il battito cardiaco dei partecipanti, infatti, non è aumentato pronunciando parolacce - come invece avverrebbe se si scatenasse la reazione di "attacco o fuga", che potrebbe aumentare la forza. La spiegazione non può dunque essere questa.

In attesa che qualcuno la trovi (magari confermando questo studio su un campione di volontari più ampi: 29 persone sono un forte limite di questo studio), possiamo continuare a sfogarci senza sensi di colpa."

(tratto da Focus.it)

mercoledì 3 maggio 2017

VIAGGIARE NEL TEMPO? Si può fare!



"Vagare avanti e indietro nello spazio e nel tempo come nella migliore tradizione fantascientifica? Secondo il fisico della Columbia University Ben Tippett, da un punto di vista matematico è possibile. Il trucco starebbe tutto nell'utilizzare la curvatura spazio-temporale dell'universo per piegare il tempo in un circolo e consentire a dei passeggeri di viaggiare a piacimento.
"La gente ha del viaggio nel tempo un'idea legata ai film sul tema e quindi si tende a credere che non sia possibile" ha spiegato Tippett, che insieme all'astrofico David Tsang dell'università del Maryland ha messo a punto una teoria chiamata TARDIS (Traversable Acausal Retrograde Domain in Space-time). "Ma matematicamente è possibile farlo".
Il punto di partenza della ricerca dei due scienziati è stata la teoria della relatività di Einstein, che li ha portati a elaborare un modello matematico la quale - teoricamente - consente il viaggi nel tempo. Ciò non significa, ovviamente, che Tsang e Tippett siano arrivati all'elaborazione del funzionamento di una vera e propria macchina, dotata di cabina e comodi sedili per godersi la vacanza temporale, ma solamente che - da un punto di vista teorico - sia possibile "piegare" il tempo.
I due scienziati, in particolar modo, contestano la tridimensionalità dell'universo e affermano che anche la quarta dimensione - il tempo, appunto - dovrebbe essere calcolata simultaneamente alle altre. In tal modo tra spazio e tempo ci sarebbe un continuum che permette alle differenti direzioni di spazio e tempo di essere connesse col tessuto curvo dell'universo.
Secondo la teoria di Einstein, gli effetti gravitazionali nel cosmo sarebbero congiunti proprio con la curvatura spaziotemporale, la quale è anche alla base del movimento ellittico dei pianeti e delle stelle: se spazio e tempo fossero piatti e non curvi, i pianeti si muoverebbero su linee dritte.
"Anche la direzione del tempo sulla superficie spaziotemporale mostra una curvatura e questo risulta evidente quando ci avviciniamo a un buco nero, perché il tempo scorre più lentamente lì" spiega Tippett. 
"Il mio modello di macchina del tempo usa tale curvatura per piegare il tempo in un circolo che ci porti indietro". Gli appassionati di scienza possono già iniziare a sognare."
A presto!
Citywin Staff!
(tratto da www.huffingtonpost.it)