mercoledì 21 giugno 2017

E SE TORNASSIMO SULLA LUNA?




"Serve una nuova alleanza internazionale per inviare di nuovo astronauti sulla Luna entro il 2020, e una volta lassù, costruirvi un insediamento stabile nel giro di 30 anni. Lo ha ribadito Stephen Hawking nel corso dello Starmus Festival, un evento dedicato alle scienze e alle arti attualmente in corso a Trondheim, in Norvegia.

VOLARE ALTI. Lo scienziato auspica inoltre a una missione umana su Marte entro il 2025, obiettivo, insieme a quello di un nuovo allunaggio, che garantirebbe un nuovo slancio ai programmi spaziali, favorirebbe nuove collaborazioni tra nazioni altrimenti in competizione, e darebbe all'umanità uno scopo più alto.

USCITA DI SICUREZZA. Investire nell'esplorazione spaziale non sarebbe un modo per distogliere lo sguardo dai problemi terrestri, ma anzi, l'unica via per uscirne a lungo termine. «Non nego affatto l'importanza di combattere i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale, a differenza di Donald Trump, che potrebbe appena aver preso la più grave e sbagliata decisione sul clima a cui il mondo abbia mai assistito» ha detto lo scienziato, senza troppi giri di parole.

«Ma proprio per il clima che cambia e il progressivo esaurimento di risorse dobbiamo guardare altrove. Stiamo finendo lo spazio e l'unico posto dove possiamo andare sono gli altri mondi. È tempo di esplorare altri sistemi solari. Uscire e diffonderci potrebbe essere l'unica cosa in grado di salvarci da noi stessi. Sono convinto che l'umanità debba abbandonare la Terra»."


(tratto interamente da Focus.it)

lunedì 19 giugno 2017

Come disegni un cerchio?


"Provate a disegnare un cerchio. No, non importa che sia preciso alla maniera di Giotto. Quello che vogliamo osservare è la direzione del tratto: siete andati in senso orario o antiorario? La risposta ha molto a che fare con la nostra cultura di provenienza.

Lo scorso novembre, Google ha rilasciato Quick, Draw!, un gioco online che invita, in 20 secondi, a disegnare con il dito o il mouse gli schizzi degli oggetti più disparati, dalle scale alla pioggia, da un cammello a una lavatrice. Scopo del progetto è istruire gli algoritmi a disegnare come l'uomo, ma nel frattempo il database di Google ha collezionato 50 milioni di scarabocchi da tutto il mondo.

I reporter di Quartz hanno utilizzato questo archivio per capire come cambia il modo di disegnare le forme geometriche alle varie latitudini. Il dataset di Google contiene 119 mila cerchi tratteggiati in 148 paesi. Analizzando quelli delle 66 nazioni con almeno 100 disegni, gli statistici di Quartz hanno individuato le direzioni preferenziali scoprendo alcune singolari tendenze.

Come si disegna un cerchio in Giappone, e negli Stati Uniti. | QUARTZ
DIMMI DA DOVE VIENI... Gli statunitensi tendono a disegnare i cerchi in senso antiorario: dei 50 mila tracciati nel gioco, l'86% seguiva questa direzione. I giapponesi vanno nel verso opposto: l'80% degli 800 cerchi tratteggiati nel paese è stato completato in senso orario.

LA MAGGIORANZA. La tendenza americana è stata osservata in gran parte dei paesi europei, anglofoni e occidentali: non abbiamo dati per l'Italia, ma Australia, Inghilterra, Repubblica Ceca, Finlandia, Francia, Germania, oltre a Vietnam e Filippine, sono nel gruppo dei cerchi antiorari, con percentuali simili o superiori a quelle USA. Questa è, a quanto pare, la direzione preferita di quasi tutti i paesi del mondo, a eccezione di Giappone e Taiwan (per la Cina non ci sono dati: nel Paese Google è bloccato).

DAI BANCHI DI SCUOLA. Da cosa dipende questa differenza? Principalmente - sembra - dal sistema di scrittura. Il Giappone per esempio ne prevede tre: hiragana, katakana e kanji. L'hiragana, il sistema di scrittura sillabico usato nel linguaggio comune, di forma corsiva, presenta molti caratteri tondeggianti, la maggior parte dei quali disegnata in senso orario. Da qui la tendenza a tracciare i cerchi allo stesso modo.

Sia la scrittura giapponese, sia quella cinese, prevedono in linea di massima che si traccino i caratteri da in alto a sinistra a in basso a destra, spesso con un solo tocco continuo. La mano tende quindi con maggiore naturalezza a muoversi in senso orario, per seguire questa regola. Nelle lingue scritte che si basano sul cinese, queste regole si apprendono sin dalla più tenera età, e la calligrafia è spesso considerata una spia della qualità dell'istruzione ricevuta.

La prevalenza di direzione nel disegno del cerchio in base al paese di provenienza. A destra in blu, quelli in senso orario. | QUARTZ
RADICI COMUNI. Anche se per la Cina non abbiamo i dati di Google, uno studio del 1985 confermava la tendenza, nel paese, a disegnare cerchi in senso orario. Per Taiwan potrebbe valere lo stesso, data la comune provenienza linguistica. Questa somiglianza si osserva, in senso opposto, anche per un'altra forma geometrica: il triangolo. Il 97% di quelli disegnati a Taiwan e il 90% di quelli tracciati in Giappone sono in senso antiorario. Questo perché nei sistemi di scrittura cinesi, le linee diagonali vanno tracciate prima da destra a sinistra, e in un secondo tempo da sinistra a destra.

DALLE NOSTRE PARTI. Per quanto riguarda i sistemi di scrittura latini, che si sviluppano da sinistra a destra e non sono particolarmente ricchi di forme circolari, la tendenza a disegnare cerchi in senso antiorario potrebbe dipendere dal modo in cui tracciamo le "c" e le "g". Dallo studio emergono anche interessanti questioni storico-politiche: il Vietnam che utilizza un alfabeto latino come quello degli USA, mostra il 95% di cerchi in senso antiorario. Hong Kong, che usa una scrittura di origine cinese, ha per l'82% cerchi tracciati in senso orario.

Più scriviamo, più queste abitudini si fanno radicate. Ma occorre anche sottolineare che ormai, soprattutto nelle culture occidentali, si è persa l'abitudine a scrivere a mano. Gli studi sulla scrittura potrebbero considerare in futuro, e sempre di più, il modo che abbiamo di battere sulla tastiera del pc, o comporre su quella del telefono."




(tratto interamente da Focus.it)

lunedì 5 giugno 2017

Energy Observer



Energy Observer, la prima imbarcazione al mondo a idrogeno è stata da poco varata nelle acque di Saint-Malo, in Francia. Il “battesimo” marino è la prima tappa di un viaggio intorno al mondo che in 6 anni toccherà 101 porti in 50 paesi.  

Energy Observer è un catamarano dall’aspetto futuristico: è coperto da 130 m2 di pannelli solari, due turbine eoliche alimentano i motori elettrici ed è dotato persino di uno smart kite di 50m2 (una vela che assomiglia a un paracadute) che, quando le condizioni del vento saranno favorevoli, darà il suo contributo alla propulsione della barca!

IDROGENO FAI-DA-TE. L’obiettivo di quest’impresa non è la velocità, sono ben altri i record che Energy Observer intende battere, e non da poco. È la prima imbarcazione autosufficiente e a zero emissioni di gas serra; la prima alimentata da idrogeno autoprodotto e accumulato a bordo utilizzando energie rinnovabili: tutto è alimentato dal sole, dal vento e dall'acqua.

La novità più importante di questo catamarano hi-tech è proprio l’idrogeno, il sogno di tutte le energie, non solo perché non produce scorie (la sua ossidazione, produce acqua!) ma soprattutto per la densità di energia che contiene: con 1 kg di idrogeno, si possono percorrere 100 km, e se potessimo utilizzarlo per caricare un telefonino, basterebbero pochi secondi per farlo funzionare un’intera settimana.

ABORATORIO GALLEGGIANTE. Ma c’è ancora molta strada da percorrere per estendere l’uso dell’idrogeno come combustibile su vasta scala. Energy Observer è un vero e proprio laboratorio galleggiante per sperimentare la catena di produzione dell’idrogeno in modo efficiente e a basso costo. Riuscire a farlo in un ambiente ostile come quello marino, dall’Artico all’equatore, è una grande sfida. 

Alla guida del catamarano ci saranno due avventurieri uniti dalla passione per il mare: il capitano Victorien Erussard, velista professionista, vincitore di grandi regate transoceaniche, e il capo spedizione Jérôme Delafosse, esploratore e documentarista del mare, subacqueo, appassionato di squali (si è immerso senza gabbia per fotografare lo squalo bianco).




(tratto interamente da Focus.it)