mercoledì 27 aprile 2016

LA PUNTUALITA' - COLLOQUIO DI LAVORO


Da Ginevra, città simbolo della puntualità in cui Calvino diede per primo una dimensione morale all’«uso responsabile» del tempo, a noi, cittadini del mondo, che non possiamo non tenere conto di questo fattore durante i nostri colloqui di lavoro.

http://www.lastampa.it/2015/09/01/cultura/e-calvino-invent-la-puntualit-sKMI1if8YZJL6m5sBlmOCP/premium.html;jsessionid=F719A125F84C453918A6592FAAFB48B8

Puntualità, anzi, anticipo. Esattamente. Per essere puntuali davvero ad un appuntamento di lavoro, che sia un colloquio o un cliente, occorre arrivare 15 minuti prima. Per non essere di corsa, per arrivare tranquilli, per gestire gli inconvenienti, per osservare il luogo in cui si è, per prepararsi al dialogo con il nostro interlocutore....insomma, per essere vincenti!

La mancanza di puntualità è da sempre e sarà sempre sinonimo di menefreghismo, poca professionalità, non voler concretizzare gli obiettivi, non rispetto nei confronti di chi sta aspettando di parlare con voi. Non esistono fattori esterni che possano impedirci di arrivare puntuale, vi sono però fattori che influenzano il nostro arrivo se già di base partiamo in ritardo!

Arrivare puntuali non riguarda solo un appuntamento, ma anche la consegna di un lavoro, la risposta ad un cliente, la chiusura di un affare.

La tempestività è l'arma vincente di chi ha successo, Il ritardo costante è spesso un atto inconscio di ribellione ( cit. http://www.ilmiopsicologo.it/2011/11/28/psicologia-del-ritardatario-cronico/ ).
Chi arriva sempre in ritardo è spesso insofferente a obblighi, regole della società che percepisce come decise dagli altri e non in sintonia con il proprio ritmo interiore.
Il ritardatario cronico sente la puntualità, cioè l’essere in un certo posto ad una certa ora, come un obbligo e una limitazione alla sua libertà. In alcuni casi il ritardatario cronico ha avuto dei genitori che lo controllavano parecchio, e, una volta cresciuto, per reazione, non vuole avere vincoli.
Altre volte il ritardo è una forma di ribellione inconscia ad uno stile di vita che si avverte come poco stimolante e pieno di doveri.

Per esempio, il ritardatario arriva in ritardo mostruoso a quella importante riunione di lavoro, quando in realtà vorrebbe non andarci affatto. In casi come questi, il ritardo ha il significato psicologico di prendersi del tempo per se stessi.

Chi è spesso in ritardo ha magari una giornata piena di impegni a cui non può mancare e ha la sensazione inconscia di non essere padrone della sua vita e del suo tempo. Il ritardo è allora un forma inconscia di protesta, un tentativo di riprendersi, almeno parzialmente, quel tempo che gli impegni della giornata gli sottraggono.
Un’altra possibile motivazione inconscia del ritardo costante è il desiderio di attirare l’attenzione degli altri: chi arriva in ritardo ad un occasione importante ha spesso gli occhi di tutti puntati su di se.
A livello inconscio, il ritardo può essere un modo di mettere alla prova l’amore di amici e conoscenti.

E’un po’ come se noi ci dicessimo: “Vediamo un po’ se ci tengono a me, se mi aspettano, allora sono importante per loro”. Ovviamente ci possono essere altre ragioni psicologiche per il ritardo cronico, legate magari alla storia personale di ciascuno: per questa ragione è importante, che chi non riesce mai ad essere puntuale faccia un po’ di introspezione psicologica. Detto ciò, dimostrate a voi stessi di poter cambiare questo se vi siete riconosciuti in questa descrizione. Chiedetevi se quello che fate in questo momento è davvero quello che volete fare.

E se la risposta è sì prendetevi il successo...con la puntualità!

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